Il 12 gennaio scorso è stato pubblicato uno studio effettuato da dei ricercatori affiliati all’Oregon State University (USA) con cui si evidenzia come alcuni componenti della cannabis possono prevenire l'infezione da Covid-19 bloccandone l'ingresso nelle cellule. Un rapporto sulla ricerca, "Cannabinoids Block Cellular Entry of SARS-CoV-2 and the Emerging Variants", è inoltre apparso sul Journal of Natural Products.
I ricercatori hanno scoperto che due acidi cannabinoidi che si trovano comunemente nelle varietà di cannabis, l'acido cannabigerolico o Cbga e l'acido cannabidiolico, noto anche come Cbda, possono legarsi alla proteina spike del nuovo coronavirus. Legandosi alla proteina spike, i due acidi possono impedire al virus di entrare nelle cellule e causare infezioni.
La ricerca è stata condotta da Richard van Breemen, un ricercatore del Global Hemp Innovation Center dell'Oregon State presso il College of Pharmacy e del Linus Pauling Institute, in collaborazione con scienziati dell'Oregon Health & Science University. "Questi acidi cannabinoidi sono abbondanti nella canapa e in molti estratti di canapa", ha dichiarato van Breemen, "non sono sostanze controllate come il Thc, l'ingrediente psicoattivo della marijuana, e hanno un buon profilo di sicurezza negli esseri umani".
"Qualsiasi parte del ciclo di infezione e replicazione è un potenziale obiettivo per l'intervento antivirale e la connessione del dominio di legame del recettore della proteina spike al recettore della superficie cellulare umana Ace2 è un passaggio critico in quel ciclo", ha affermato van Breemen, "ciò significa che gli inibitori dell'ingresso delle cellule, come gli acidi della canapa, potrebbero essere usati per prevenire l'infezione da SARS-CoV-2 e anche per ridurre le infezioni impedendo alle particelle di virus di infettare le cellule umane. Si legano alle proteine spike in modo che quelle proteine non possano legarsi all'enzima ACE2, che è abbondante sulla membrana esterna delle cellule endoteliali nei polmoni e in altri organi".
Si sottolinea che al momento sono stati effettuati studi in vitro, quindi dovranno essere successivamente validati su animali e poi sull'uomo.
Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, van Breemen ha osservato che lo studio mostra che i cannabinoidi potrebbero essere trasformati in farmaci per prevenire o curare il Covid-19.
Questa notizia evidenzia l’importanza della cannabis ad uso terapeutico. L’interesse per la nostra pianta è in continuo aumento, e per fortuna, la letteratura scientifica a supporto della sua efficacia è sempre più ampia.
Fonti:
Agi https://www.agi.it/estero/news/2022-01-12/componenti-cannabis-prevengono-covid-15211331/
LaRepubblica https://www.repubblica.it/salute/2022/01/14/news/cannabis_studio_covid-333793694/