Tribunale di Trento: Cannabis legale se a basso contenuto di Thc

Tribunale di Trento: Cannabis legale se a basso contenuto di Thc

A seguito di un ricorso giudiziario promosso da due aziende del settore canapicolo supportate dalle associazioni di categoria CSI - Canapa Sativa Italia e ICI - Imprenditori Canapa Italia, il Tribunale di Trento  (ordinanza 5 settembre, pubblicata l'8 settembre) qualifica l'art. 18 del DL 48/2025 come meramente ricognitivo: il quadro penale delineato dalle Sezioni Unite 2019 resta invariato , con centralità della verifica dell'offensività in concreto. 

La canapa resta legale quando priva di effetti droganti, in linea con quanto già affermato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nel 2019.

Il giudice ha chiarito che la norma contestata non può essere sospesa in via cautelare, perché di portata troppo generale e astratta nell'ambito degli stupefacenti (DPR 309/1990), ma conferma che gli operatori del settore possono continuare a lavorare, in quanto l'attività non è penalmente rilevante se i prodotti derivati ​​non hanno efficacia psicotropa. 

Operatività: le aziende continuano la propria attività

Il giudice cautelare prende atto che, alla luce del principio di offensività, recentemente ben declinato dalla Relazione della Corte di Cassazione penale (rel. 33/2025) , l'azione penale non può colpire prodotti privi di idoneità drogante ; da considerare che gli operatori che coltivano legalmente possono proseguire l'attività.  Il riferimento difensivo alla soglia (0,6%) rientra nella giurisprudenza che valorizza l'assenza di offesa concreta e l'affidamento degli operatori nel solco della L. 242/2016.   

Le sentenze del TAR Lazio e i principi europei ribadiscono che non è possibile vietare in modo assoluto le infiorescenze se non vi è reale rischio per la salute pubblica.  

Una buona notizia per il settore dopo un periodo "nero" derivante dall'approvazione dell'art 18 del DL Sicurezza della scorsa primavera. Da quell'approvazione ne sono derivati sequestri, azioni intimidatorie, dinieghi, chiusure del 30% delle attività degli imprenditori operanti nel settore e disinformazione verso l'opinione pubblica.

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