Come già sottolineato in altri articoli, la Canapa, è una delle più antiche piante da fibra coltivate dall’uomo.
In Italia alcuni pollini di Canapa Sativa sono stati ritrovati in Emilia Romagna in tre siti del Neolitico Medio (4500-4000 a.C.). I Ricercatori, effettuati i rilievi del caso, dedussero che la presenza della canapa fosse di natura antropica, quindi, riconducibile a coltivazioni effettuate dall’uomo.
Hanno confermato la presenza della pianta fin dall’antichità ritrovamenti più recenti di oggetti e filati utilizzati nella Civiltà Etrusca (VIII secolo a.C.)e in quella Romana dove molto probabilmente trovava impiego nella costruzione di cordame in campo militare.
L’importanza della canapa a livello economico ci riporta dritti nel Medioevo dove la lavorazione della pianta, anche se complessa, si affinò e consentì la creazione di tessile, vestiario, carta e in minima parte anche di prodotti alimentari ad uso domestico.
Grande espansione ebbe nel periodo delle Repubbliche Marinare dove veniva utilizzata sia negli scambi che in campo militare per la creazione di vele, cordame, cesti e oggettistica varia.
La coltivazione della canapa da fibra, nel nostro paese, si è sempre più diffusa nei secoli fino a toccare l’apice nel XX secolo. Le aree coltivate andavano dall’Emilia Romagna e il Piemonte a Nord fino alla Campania nel Centro-Sud.
Come principali siti produttivi vale la pena ricordare la zona di Ferrara e di Carmagnola (TO) e di Frattamaggiore (NA), luoghi importanti sia per la coltivazione che per la successiva trasformazione.
In Toscana la canapa sativa veniva coltivata principalmente nella Valle del fiume Serchio, dalla Garfagnana alla Versilia tra le province di Lucca e Pisa, e nella Val d’Orcia nel senese.
Ad inizio Novecento l’Italia era il secondo produttore di Canapa a livello mondiale, (dietro la Russia) primo per la qualità e primo nel rapporto “superficie coltivata/quintali prodotti”.
La massima produzione nazionale di fibra di canapa si è avuta nel 1940 confermando l'importanza dell’uso della pianta anche nel Periodo Fascista.
Purtroppo una mancata "industrializzazione" dei processi produttivi rispetto a quanto avvenne in Francia e in Germania, la comparsa delle fibre sintetiche più facili da lavorare e la successiva politica di proibizionismo in America prima e successivamente in Europa, ( equiparazione della canapa indica e della canapa sativa)( assurdo quanto avvenne in Italia dove da una parte il regime Fascista ne esaltava l’uso a livello industriale e dall’altra considerava la variante indica “pianta nemica della razza”) portarono al declino della canapicoltura nazionale.
Fonti: